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Dalle teorie classiche a quelle neo-fordiste


Le pubblicazioni di Taylor sull'organizzazione scientifica del lavoro (1911) e di Fayol sui principi di direzione aziendale (1922) esaltano la specializzazione, la divisione del lavoro, la gerarchia e l'unità di comando.

Malgrado le critiche di diversi studiosi che sostengono quanto siano fondamentali per la produttività le relazioni umane (Mayo), la cooperazione (Barnard), i sentimenti e le interazioni (Homans), i bisogni da soddisfare (Maslow e Herzberg), lo stile direzionale partecipativo (Mc Gregor e Likert), le strategie (Porter) e l'ambiente in cui si opera (Burns e Stalker), gli elementi dell'impresa fordista sono ancora fortemente presenti nelle realtà industriali odierne.

La pianificazione, l'organizzazione e il controllo proposti da Fayol rappresentano i capisaldi del management attuale.

L'ottimizzazione dei processi e delle procedure non esclude però di attuare sistemi per coinvolgere o incentivare i dipendenti come ad esempio la condivisione degli obiettivi o l'introduzione di premi monetari e non monetari (welfare, benefits, sconti su acquisti e crescita professionale).


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