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Archeologia industriale

L'archeologia industriale cerca di riqualificare dei siti produttivi abbandonati, al fine di diffondere e promuovere la cultura e il patrimonio dell'industria.

Nasce in Inghilterra nella seconda metà del Novecento, con lo scopo di far risaltare e testimoniare i siti della Rivoluzione Industriale come le filande del Derwent Valley nel Derbyshire.

A Bilbao i cantieri navali in rovina si sono trasformati in spazi culturali, tra cui il museo di arte contemporaneo del Guggenheim.

Gli stabilimenti industriali dismessi nel bacino carbonifero della Ruhr sono stati convertiti in parchi, spazi espositivi e musei. La vecchia miniera Zeche Zollverein di Essen ad esempio ospita il museo di storia della Ruhr.

Anche in Italia sono presenti interessanti siti di archeologia industriale.

Da ricordare l'eco-museo di Schio che rievoca la storia dei lanifici Lanerossi e Conte; l'ex lanificio Trombetta di Biella, dove vengono esposte le opere di Pistoletto; l'ex stabilimento elettrochimico di Papigno (Terni), adibito a set cinematografico del film La vita è bella; i villaggi operai di Crespi d'Adda, dichiarato sito patrimonio Unesco nel 1995, Leumann e Solvay.


Cfr. Militello S., "Marketing Turistico e Territoriale", Universitalia, 2019, pp. 50, 57 e 58


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